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“Il calvario delle rose”. Nuovo libro di poesie di Paolo Butti

di Franco Giunti

Un itinerario struggente, drammatico, pietoso dentro una casa di riposo. Nulla è taciuto. Questo il contenuto del nuovo libro di poesie “Il calvario delle rose” di Paolo Butti, edito dalla Florence Art Edizioni, che verrà presentato sabato 10 giugno, alle ore 17, nella Pieve di San Giovanni Battista a San Giovanni Valdarno. All’iniziativa interverranno la dott.ssa Carla Battistini, che introdurrà e coordinerà l’evento, don Vincenzo Arnone, sacerdote della Diocesi di Firenze, il dott. Massimiliano Pescini, consigliere regionale della Toscana, il dott. Lorenzo Michelini e la dott.ssa Monica Tugnoli che leggeranno alcune poesie.
Nella prefazione Ernestina Pellegrini ha definito questa nuova raccolta di poesie il libro più bello che Paolo Butti ci ha donato nella sua lunga e generosa produzione letteraria. Accanto a rigorosi e eruditi lavori saggistici, sono usciti nel tempo numerosi e fortunati libri di poesia, nei quali la storia religiosa – rivissuta in un sapiente teatro di poesia (straordinarie alcune messe in scena) – si univa a una profonda, tenace spiritualità, a una luce di trascendenza senza ombre, che ora sembra invece cedere il passo a una voce tormentata, alla rappresentazione di una materialità inerte, a una serrata catena di “affannate domande” sul senso o non senso dell’esistenza (“che cerchi, mia anima inquieta?”), a un viaggio “nel ventre del silenzio” e della totale solitudine, nelle derive di una allegorica “spinosa brughiera”, una discesa dell’ anima nell’ oltretomba nel “vortice dell’ abbandono”, un percorso racchiuso nell’immagine ricorrente e forte del “sepolcro di ghiaccio” e di un “cielo ferito”.
Accanto alla voce del poeta narratore ci sono le voci degli internati. Una dialettica prende pian piano il campo della pagina, fra luce e buio, fra speranza e disperazione. Nel percorso alternato, in forma di spirale, fra pessimismo materialistico e abbandono al mistero del trascendente, si delinea una storia di faticosa, precaria ascesa, di conquista graduale dello spazio paradisiaco. La raccolta ha una struttura ben congegnata di 143 poesie, ora in carattere tondo ora in corsivo, quasi a distinguere i frammenti descrittivi da quelli più meditativi. Si capisce che siamo davanti a una poesia mai figurativa, a un discorso condotto in uno spazio completamente diverso dal reale. Visionario, forse. Eppure, in questa discesa nel mondo degli internati in una casa di riposo, si percepisce la presenza di un movimento taumaturgico verso qualcuno o qualcosa che resiste, si sente che si sta infiltrando negli ingranaggi perfetti della poesia una specie di carità, di misericordia che salva e riscatta la zona confusa, brulicante del mondo.

Paolo Butti è nato a Figline Valdarno (Firenze) dove vive. Laureato in Materie letterarie, è docente, autore di saggi e poeta.
Dalla sua produzione in versi, le seguenti opere: Il sogno e la speranza (2003 e 2004), La via della Croce (2007), Nel cuore della Madre (2010) e Nel fuoco vivo dell’Amore (2016).
Le ultime tre sono state messe più volte in scena, fra l’altro nella Basilica della SS. Annunziata e nel Battistero di S. Giovanni a Firenze. Nel cuore della Madre è stata inserita in concerti strumentali e vocali eseguiti nella Basilica dell’Abbazia di Vallombrosa.
Ha composto inoltre la parte poetica dell’opera musicale, di autori vari, Il perfetto canto (2014).
Nel 2021 ha dato alle stampe il saggio La chiesa e il monastero di S. Maria a Ponterosso. Cinque secoli di storia nella terra di Figline Valdarno.

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